Cervello e creatività: le basi del pensiero creativo

Dove si trova la creatività?

cervello e creatività

Si dice spesso che le persone creative non siano particolarmente razionali, ma è davvero così? Cerchiamo di capire come funziona e com’è strutturato un cervello creativo.

Il nostro cervello ha la forma di una noce, l’emisfero sinistro è la sede del pensiero, della logica, del ragionamento matematico, della parola e controlla la metà destra del corpo umano (per esempio, la mano destra). L’emisfero destro controlla la metà sinistra (quindi anche la mano sinistra) e da lì scaturiscono l’immaginazione, il linguaggio anagogico, il simbolo e la capacità di cogliere la magia della realtà.

Mentre la funzione di organizzare il linguaggio è un aspetto che riguarda l’emisfero sinistro, l’emisfero destro ha invece la capacità di cogliere nella sua globalità un quadro, una mappa o un insieme di immagini, identificando i rapporti presenti tra gli elementi che li compongono. Il ruolo dominante dell’emisfero sinistro nei processi linguistici, sia scritti che orali, potrebbe erroneamente indurci a pensare che questa zona ricopra funzioni più importanti o “elevate” rispetto all’emisfero destro: diversi studi dimostrano invece come i due emisferi cerebrali abbiamo eguale importanza e, sebbene ricoprano specializzazioni diverse, queste risultano tutte fondamentali nella realizzazione dei processi cognitivi e nella costruzione del pensiero. E’ interessante notare che, se una certa area del cervello viene distrutta (ad esempio in caso di ictus cerebrale)  in alcuni casi le funzioni mancanti vengono “compensate” da aree del cervello ancora sane.

Se è vero, come sosteneva Albert Einstein, che la creatività, in fondo, è “l’intelligenza che si diverte!”, dove e come agisce di preciso nel nostro cervello e sopratutto, com’è strutturato un “cervello creativo”? Thomas Bever, docente di Scienze Cognitive e Neuroscienze presso l’University of Arizona, ha evidenziato, fin dagli anni ’70, che la musica viene “elaborata” dall’emisfero destro nelle persone “comuni”, mentre nei musicisti professionisti (e negli esperti di musica) viene attivato principalmente l’emisfero sinistro.

Potremmo allora dire che la “dominanza” in cervello creativo va in base allo scopo? In sostanza, nessuno utilizza sempre e solo funzioni appartenenti all’uno o all’altro emisfero; il cervello umano sfrutta entrambi gli emisferi e le corrispettive specializzazioni, anche se, a seconda delle varie situazioni, vengono predilette modalità analitiche piuttosto che emotive. Inoltre, è importante sottolineare come una stessa funzione mentale possa essere di competenza dell’emisfero sinistro o di quello destro a seconda di ciò che si vuole ottenere. Riprendendo l’esempio di prima, i musicisti percepiscono la musica in due modi differenti: se vogliono lasciarsi trasportare dal suono e verificarne l’armonia “ascolteranno”, in modo inconscio, con l’emisfero destro; al contrario, se vogliono analizzare la melodia da un punto di vista tecnico interverrà, in modo automatico, l’emisfero sinistro.

Pensiero logico o creativo

cervello e creatività

Le persone creative sono contraddittorie; invece di essere un ‘individuo’, ognuno di essi è una moltitudine” Mihaly Csikszenmihaly.

Mihaly Csikszenmihaly, psicologo ungherese, ha dedicato più di 30 anni allo studio delle persone creative, definendole personalità complesse. Nel loro cervello non risiede una sola persona, sembra esservi un gruppo di professionisti che pone domande, suggerisce idee e nuovi interessi.

Un recente studio dimostra che un cervello creativo presenta una rete neuronale molto più complessa. Viene ancora una volta meno l’idea di associare la creatività solo all’emisfero destro.

Nel 2011, il neurologo Marcus Raichle condusse un interessante lavoro sulla creatività che dimostrò che il cervello creativo è tremendamente disordinato: l’innovazione creativa non è localizzata nell’emisfero destro, ma è incredibilmente dispersa. Egli espresse due condizioni fondamentali delle menti creative:

  1. “La rete dell’immaginazione”. Spazio che ingloba moltissime aree cerebrali, dalla superficie media del cervello ai lobi frontali, parietali e temporali.
  2. “La cognizione autogenerata”. La capacità di sognare a occhi aperti, rimuginare e lasciare che la mente vaghi.

Le tendenze più recenti sono quelle di considerare la non esistenza chiara di una lateralizzazione emisferica per la creatività e l’esistenza di diverse aree cerebrali attivate a seconda della natura del processo creativo in atto. Quando gli esseri umani sono impegnati con qualsiasi tipo di processo creativo, un gran numero di regioni del cervello quindi si attiverebbe. Le stesse regioni cerebrali sono quelle che si attivano anche in molti processi cognitivi cosiddetti “ordinari” (ad esempio, il controllo, il monitoraggio delle prestazioni), pertanto, questi studi suggeriscono come la creatività possa essere considerata il prodotto di una complessa interazione tra processi cognitivi “ordinari” ed emozione.

I creativi sono più intelligenti?

cervello e creatività

Si dice che il pensiero creativo non segua la rigidità di quello logico e che di conseguenza le persone dotate di un cervello creativo tendano in effetti ad avere un Quoziente Intellettivo sopra la media. Non è detto però il contrario, cioè che Q.I. molto elevati siano associati anche a molta creatività.

Un problema aperto, e non da poco, é il valore da attribuire al quoziente di intelligenza. Se esso é realmente una misura dell’intelligenza, cioè della capacità di adattarsi e raggiungere i propri obbiettivi attraverso abilità mentali, è anche capace di predire i futuri risultati ?

Runco, un ricercatore californiano, ha per esempio studiato gruppi di ragazzini che erano sia dotati intellettivamente sia altamente creativi e ha visto che questi ragazzi non solo riuscivano ad adattare con maggior facilità risposte e strategie a compiti e situazioni differenti, ma riuscivano naturalmente anche a valorizzare la loro indipendenza intellettuale con la famiglia.

Altri studiosi hanno ipotizzato che l’ingrediente critico in un cervello creativo sia la capacità di pianificazione, che per esempio si esprimerebbe nell’ideare e nell’anticipare le fasi della produzione dell’opera creativa, ma si manifesterebbe anche in attività più strettamente cognitive. Il fatto che ci siano elementi comuni fra intelligenza e creatività ha creato però spesso confusione nella descrizione e nell’interpretazione dei due aspetti e delle loro manifestazioni più alte in quelle persone che sono state storicamente considerate dei geni.

Secondo lo psicologoco stanunitense Sternberg la creatività è una manifestazione dell’intelligenza, ma si distingue completamente da quella che noi tradizionalmente consideriamo intelligenza (chiamata da Sternberg “analitica”) e dall’intelligenza pratica, anche se si riscontrano diverse tipologie di individui eccezionali che presentano differenti combinazioni dei tre tipi di intelligenza (analitica, creativa e pratica), così come si può trovare il cosiddetto “creatore analitico”, ossia una persona con alta creatività ma anche alta intelligenza. Secondo altri, creatività e intelligenza sono manifestazioni del tutto differenti della mente, che tuttavia si alimentano reciprocamente.

In sostanza nessuno può dire con certezza che i creativi siano più intelligenti, anche perché non è del tutto dimostrabile che un approccio più trasversale alla vita o ai problemi sia più risolutivo di un metodo tradizionale e lineare (o viceversa).